guizzi improvvisi eccitazione e mollezze flaccida cruda carne si erge ricade
automatici gesti a placare così un vuoto che divora ma si denuncia da sé l’aporia
eppure non si saprebbe fermarsi prima d’aver concluso il lavoro
ed ha la meglio alla fine un magro corpo d’adolescente la sua lascivia tenera e la tenerezza d’un cedimento
effondersi quieti a onta delle carezze grevi